Il Ministero dello Sviluppo Economico è tra gli attori principali coinvolti nell’attuazione del PNRR, con l’assegnazione complessiva di 10 progettualità e circa 25 miliardi di euro, di cui 18 miliardi direttamente dal Piano nazionale e altri 7 miliardi dal Fondo complementare, destinati a sostenere il rilancio della competitività delle imprese.

L’importante dotazione fa del Mise il terzo ente maggiormente coinvolto nella gestione delle risorse del PNRR, dopo i Ministeri delle Infrastrutture e della Transizione Ecologica.

Delle quattro Missioni del Piano che coinvolgono i progetti di investimento del Mise, quella che vede la maggiore disponibilità di risorse è la Missione 1 che sostiene “Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo” con 14 miliardi di euro, seguita dalla Missione 4 “Ricerca e impresa” con 2,35 miliardi, dalla Missione 2 “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile” con 1,25 miliardi e, infine, dalla Missione 5 “Inclusione e coesione sociale” che riguarda espressamente l’imprenditoria femminile con 400 milioni di euro.

Alcune misure di competenza del Ministero dello Sviluppo Economico sono state avviate a fine 2021, ma per la maggior parte l’iter comincia in questo inizio 2022 per poi completarsi entro i tempi previsti dal PNRR.

L’avvio partirà a breve proprio dal sostegno dei progetti delle imprese, in particolare con gli Accordi per l’Innovazione, gli IPCEI e i Contratti di Sviluppo, per una cifra messa a bando che si aggirerà intorno ai 2 miliardi di euro a valere sul PNRR, in alcuni casi integrati dalle dotazioni della Legge di Bilancio 2022.

Di prossima attuazione, e tra le partite più attese di competenza del Mise, anche i crediti d’imposta per la trasformazione digitale delle imprese che sostengono beni materiali e immateriali, formazione, ricerca e design, ideazione estetica, alla base del noto Piano Transizione 4.0 che dal PNRR riceverà 13 miliardi.

Quanto agli Accordi per l’Innovazione, proprio in questi giorni sono oggetto di un’attività di completamento da parte del Ministero che, con un recente decreto firmato e in corso di registrazione alla Corte dei Conti, ha  semplificato intanto le procedure dello strumento di incentivazione al fine di ridurre i tempi di istruttoria e facilitare la presentazione dei progetti.

La misura si rivolge alle imprese di qualsiasi dimensione che svolgono attività industriali, agroindustriali, artigiane o di servizi all’industria, per sostenerne progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale finalizzati alla realizzazione di nuovi prodotti, processi, servizi o al loro miglioramento, con le caratteristiche definite in termini di utilizzo delle tecnologie e di ricadute.

In particolare, nei progetti di ricerca che le imprese potranno presentare, singolarmente o in aggregazione tra loro, dovrà essere utilizzata una tra le sei tecnologie abilitanti fondamentali (materiali avanzati e nanotecnologie; fotonica e micro/nano elettronica; sistemi avanzati di produzione; tecnologie delle scienze della vita; intelligenza artificiale; connessione e sicurezza digitale) e occorrerà dimostrare una ricaduta concreta nelle aree tematiche collegate a Horizon Europe (Salute; Digitale, industria e spazio; Clima, energia e mobilità; Prodotti alimentari, bioeconomia, risorse naturali, agricoltura e ambiente).

Ciascun progetto dovrà prevedere una spesa per i costi ammissibili di almeno 5 milioni di euro (mentre non vi è una soglia massima), una durata compresa tra 18 e 36 mesi e la conclusione entro il 31 dicembre 2026 (termine del PNRR).

L’apertura è prevista con uno stanziamento di 1 miliardo di euro, previsto dal PNRR, attraverso due finestre temporali a sportello, una entro i prossimi mesi di marzo/aprile e l’altra tra fine 2022 e inizio 2023, ognuna con 500 milioni di disponibilità.

Già da ora, fino al prossimo 28 febbraio, le imprese possono partecipare alla manifestazione d’interesse per l’Importante Progetto di Comune Interesse Europeo (IPCEI) nell’ambito delle catene strategiche del valore nel settore della Salute, previsto dalla Missione “Ricerca e impresa” del PNRR di competenza del Mise, il cui Fondo conta su uno stanziamento complessivo di 1,5 miliardi.

La manifestazione ha lo scopo di individuare le iniziative candidabili a partecipare all’IPCEI e invita a presentare formale interesse per progetti rispondenti a uno o più dei seguenti obiettivi, indicati a titolo esemplificativo e non esaustivo:

  • Prevenzione e contrasto alle crisi sanitarie e alla diffusione di malattie altamente prevalenti e/o a carattere emergenziale e che necessitano di nuove cure (cardiovascolari, oncologiche, degenerative, infettive e genetiche);
  • Innovazione di prodotto e medicina personalizzata;
  • Innovazione nei processi produttivi attraverso progetti di alta sostenibilità e digitalizzazione (ad es. smart manufacturing, Industria 4.0, robotica, drug screening and repurposing);
  • Contrasto all’antimicrobico resistenza e allo sviluppo di ceppi batterici resistenti;
  • Salute Digitale.

Quello dell’IPCEI è uno strumento di assoluto interesse per le imprese aventi le caratteristiche richieste, tenuto conto che consente di sostenere progetti altamente innovativi finalizzati allo sviluppo e alla realizzazione di prodotti e/o processi e capaci di generare un effettivo cambiamento e ricadute positive sull’economia e sulla società, in deroga alla normativa sugli aiuti di Stato. Tra le condizioni di partecipazione quella relativa alla conformità al principio di “non arrecare un danno significativo, già prevista dagli altri bandi del PNRR.

Negli scorsi giorni è poi entrato in vigore il decreto sui Contratti di Sviluppo, con il quale il Mise ha voluto ulteriormente semplificare le procedure di questo strumento che, insieme ai crediti di imposta per gli investimenti 4.0, rappresenta uno tra i principali incentivi previsti dal PNRR per sostenere i settori industriali.

La misura finanzia, infatti, programmi di investimento strategici di rilevante dimensione e correlati da progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, presentati dalle imprese anche in forma aggregata, tramite contratto di rete, e riguardanti la creazione, l’ampliamento, la ristrutturazione, la riconversione o l’acquisizione di unità produttive, sui quali il Mise attraverso Invitalia concede aiuti in diverse forme e secondo procedure negoziali.

Tra fondi del PNRR, dotazione della Legge di Bilancio 2022 e risorse destinate espressamente agli investimenti per la transizione ecologica, il Mise ha portato la disponibilità per i nuovi Contratti di Sviluppo a 2,2 miliardi di euro. In particolare, alla dote di 750 milioni del PNRR saranno ammesse sei filiere strategiche, da quelle del design-moda-arredo, automotive, microelettronica-semiconduttori e metalli-elettromeccanica (destinatarie di 450 milioni) e quelle della chimica e farmaceutica e dell’agroindustria (per 300 milioni), che potranno concorrere con progetti d’investimento legati alla digitalizzazione, innovazione e competitività, mentre 1 miliardo sosterrà gli investimenti sulle principali filiere della transizione ecologica, anche per esigenze di riconversione produttiva.

Perseguendo obiettivi di politica industriale e crescita economica del Paese, ogni progetto d’investimento deve essere in grado di aumentare la produttività e generare un impatto positivo sull’occupazione, e in quest’ottica saranno quindi valutate le proposte e concessi gli incentivi dei Contratti di Sviluppo.

Per l’apertura, dopo il provvedimento sulla semplificazione, si attende il decreto del Mise che individuerà regole e criteri e definirà modalità e termini per la presentazione dei progetti, che il documento del Ministero sull’attuazione complessiva delle misure del PNRR prevede in questo primo periodo dell’anno.

Accordi per l’Innovazione, IPCEI e Contratti di Sviluppo, insieme al Piano Transizione 4.0 del Mise, si aggiungono agli altri bandi del PNRR, dedicati alla ricerca e all’innovazione, sui quali complessivamente il Sistema Confindustria Toscana e il Digital Innovation Hub Toscana sono impegnati nelle azioni di orientamento, affiancamento e supporto progettuale delle imprese della regione.

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