14 Set 2021

Dopo un 2020 di pesanti flessioni, i primi sei mesi del 2021 restituiscono una boccata di ossigeno all’export del manifatturiero toscano.
Dopo il +11% dei primi tre mesi dell’anno, il dato del secondo trimestre si attesta a +59% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno contribuendo a sollevare la media semestrale a +33% rispetto al 2020 e a + 10% rispetto al 2019; l’export ha recuperato e superato i livelli pre-covid.

 

Quello della manifattura toscana nei primi sei mesi dell’anno rappresenta il miglior risultato tra le regioni con cui siamo soliti confrontarci.
Il recupero delle vendite all’estero risulta generalizzato in tutte le aree analizzate ma l’entità della crescita è diversa soprattutto se confrontiamo il dato 2021 con quello del 2019, prima cioè della pandemia.
L’export semestrale della Toscana cresce infatti del 10% rispetto al 2019 mentre Emilia Romagna e Veneto si fermano rispettivamente al 6,2% e al 4,5%. Più contenute ancora le variazioni di Lombardia e Piemonte che contribuiscono a portare il dato nazionale a +3,4%.

 

 

Con i mesi di aprile-giugno quasi tutti i settori tornano in terreno positivo e segnano crescite a doppia cifra.
Rispetto al 2020 l’unico comparto in flessione nel secondo trimestre risulta la carta mentre se ci confrontiamo con il 2019 anche il sistema moda e l’elettronica
risultano al di sotto dei livelli di export pre-pandemia (-7,5% il tessile e abbigliamento, -12% il pelli, cuoio e calzature e -20% l’elettronica).
Oltre alla farmaceutica, risultano in crescita le vendite all’estero della chimica, della gomma e plastica, della meccanica, del legno e mobili, dei mezzi di trasporto e dell’industria alimentare.

 

 

L’export ha ripreso a crescere su tutti i mercati. Il confronto con il 2020 è positivo con tassi di crescita a doppia o a tripla cifra come effetto del lockdown.
Si mantiene positivo anche il confronto con il 2019. Le vendite all’estero della Toscana sono tornate sopra i livelli pre-pandemia in quasi tutti i mercati.
Solo l’America centro meridionale flette quasi dell’8% mentre l’Asia centro orientale si mantiene stabile.
Recuperano invece il Medio Oriente e l’America settentrionale.
Buoni anche i risultati sul fronte europeo ed in particolare nei paesi dell’Unione Europea che cresce rispetto ai primi sei mesi del 2019 del 12% .

 

 

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