26 Ott 2020

Dopo la grande crisi del 2008, qual è stata la reazione del sistema imprenditoriale toscano e, in particolare, del mondo della piccola impresa?

Export e turismo hanno contribuito a limitare i gravi danni di quella crisi e a porre le basi per la successiva ripresa che, seppur lenta, ha consentito di recuperare parzialmente quanto avevamo perso. Dal 2008 ad oggi il valore delle esportazioni toscane è infatti aumentato di quasi il 70% grazie soprattutto alle brillanti performance del farmaceutico e della moda; una ripresa che le piccole imprese hanno fatto più fatica ad agganciare per le ridotte dimensioni e la minor apertura sui mercati internazionali.

Quali settori hanno risentito di più della crisi e quali si sono mostrati più resilienti?

Stiamo vivendo una fase complicata: soffre il Paese, ma la Toscana soffre di più per due motivi. Il primo è che la pandemia ci ha trovati già indeboliti: nel 2019 la nostra crescita in termini di PIL è stata molto contenuta e l’export non è comunque riuscito del tutto a compensare un mercato interno fermo da anni. Il secondo deriva dalle caratteristiche strutturali del nostro tessuto economico: nella fase 1 dell’emergenza sanitaria il lockdown ha penalizzato i settori meglio rappresentanti nella nostra regione, penso al sistema moda e alla meccanica, ma anche al turismo che ha visto in quei mesi un calo del fatturato vicino al 100%. Oggi questi settori scontano ancora grandi difficoltà nella ripresa per la caduta della domanda, sia interna che estera, vanno invece meglio l’industria alimentare e la farmaceutica.

Leggi l’intervista integrale 

Condividi: