14 Set 2020

Dopo il rallentamento già rilevato in apertura anno, l’export della Toscana nel secondo trimestre del 2020 segna una flessione del 29% che scende al -38% se depuriamo il dato dai metalli preziosi (i cui valori risultano fortemente influenzati dalla fluttuazione del prezzo dell’oro) e al – 42% se escludiamo  anche il comparto della farmaceutica

La flessione della Toscana supera quella  media nazionale e quella rilevata in alcune regioni di benchmark. In generale il crollo di vendite all’estero del periodo aprile-giugno risente della chiusura in aprile delle attività ritenute non essenziali e questo, come sappiamo, ha penalizzato la Toscana in misura significativa

 

Gli unici comparti caratterizzati dal segno positivo sono la farmaceutica e i metalli tra i quali fanno da traino i metalli preziosi.
Particolarmente pesanti le flessioni del sistema moda (-44% il tessile e  abbigliamento e -55% la pelletteria), della meccanica e dei mezzi i trasporto. Significativa anche la frenata della gioielleria che chiude il trimestre a -71%. Più contenute le perdite per il legno e la carta e per l’industria alimentare.

Se nel primo trimestre dell’anno le vendite nei paesi UE si mantenevano in terreno positivo, nel secondo anche in questo mercato qui si rilevano variazione negative che si fermano al -18%.
Male anche i risultati nei paesi extra UE, ma le maggiori flessioni nel periodo  in esame si sono registrate in America (sia settentrionale che meridionale) e in Asia la prima ad essere stata colpita dall’emergenza sanitaria.

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