30 Lug 2020

Esce un nuovo volume della serie “Grandi Imprese Estere in Italia, nata su iniziativa dell’Advisory Board Investitori Esteri (ABIE) di Confindustria e incentrato sui temi della Reputazione e Sostenibilità.

Dall’analisi condotta nel report emerge come gli obiettivi comuni perseguiti dalle aziende dell’ABIE possono essere così schematizzati:

  • investire nei propri dipendenti;
  • investire nella tutela dell’ambiente.

Si tratta di un piccolo passo avanti rispetto a quanto fatto dal Business Roundtable4 che, nell’agosto 2019, ha presentato una dichiarazione firmata da 181 Amministratori Delegati che si impegnano a guidare le proprie aziende a beneficio di tutte le parti interessate: clienti, dipendenti, fornitori, comunità e azionisti.

Tutti gli indicatori e le best practice evidenziati sono anche utili per spiegare, almeno in parte, la resilienza mostrata da queste imprese durante l’emergenza COVID, che ha impresso una forte accelerazione al percorso verso un nuovo modo di lavorare in azienda, già iniziato da tempo.

Inoltre, se parlare di sostenibilità sembrava essere diventato più una moda che una questione di sostanza, in questo periodo così drammatico per l’Italia e per il mondo, emerge con forza che molte delle best practice aziendali sono state fondamentali per attuare rapidamente tutto quanto fosse alla portata delle imprese per continuare a lavorare mettendo in sicurezza i propri lavoratori, avendo anche una forte solida finanziaria alle spalle.

In particolare, secondo i dati della rilevazione speciale ISTAT “Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria COVID-19” le grandi imprese a controllo estero risultano molto meno esposte ai rischi di tenuta operativa e sostenibilità dell’attività rispetto alle altre grandi imprese residenti, seppure dichiarino possibilità di chiusura di sedi in misura più ampia rispetto ad altri tipi di impresa.

Inoltre, sul fronte della liquidità, le grandi imprese a controllo estero manifestano una minore vulnerabilità rispetto alle altre grandi imprese italiane: la mancanza di liquidità viene rilevata da 1 impresa a controllo estero su 6, a fronte di incidenze nettamente superiori per le altre grandi imprese, soprattutto quelle appartenenti a gruppi domestici.

Infine, le grandi imprese a controllo estero si caratterizzano in modo evidente per la quota elevata di imprese che prevedono strategie di reazione alla crisi complessivamente improntate all’espansione (il 45,8%, rispetto al 42,3% delle multinazionali a controllo nazionale, il 38,3% dei gruppi domestici, ed il 30,6% delle grandi imprese indipendenti).

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