16 Mar 2020

Quello che sta accadendo in queste settimane a causa dell’epidemia da Covid 19 è fuori da ogni previsione, difficile da raccontare, ancora più difficile da vivere giorno dopo giorno. Nessuno di noi infatti ha mai affrontato prima d’ora qualcosa del genere e la stessa crisi economico-finanziaria del 2008 ci appare oggi un’emergenza di più facile comprensione.

Sento la vostra preoccupazione, che è anche la mia, e percepisco lo smarrimento. Sappiamo che le misure di contenimento dureranno fino al 3 aprile, ma ad oggi non abbiamo elementi per ipotizzare se saranno prorogate o meno.

Tutto quello che possiamo e dobbiamo fare è mantenere la forza e la competitività della manifattura italiana evitando di interrompere i cicli produttivi e proseguendo al contempo da remoto tutte quelle attività che non necessitano di una presenza fisica in azienda.

Tenere aperte le fabbriche, quindi, continuare a lavorare e dimostrare che le imprese sono al fianco dei cittadini e pronte a fare la loro parte.

Confindustria ha chiesto al governo di avere delle linee guida che permettano di tenere insieme l’obiettivo prioritario della salute pubblica con quello della continuità produttiva. Regole uniformi, valide su tutto il territorio nazionale, che possano guidare gli imprenditori nella corretta gestione delle imprese durante questa fase. Molti, infatti, sono i dubbi che attraversano tanti di noi, da come garantire la sicurezza in azienda al rapporto con i fornitori, abituali e non, dalla gestione delle assenze del personale alle misure da prendere in caso di positività di un dipendente.

Abbiamo già visto come lo smartworking sia stato adottato da molti imprenditori, anche con lo scopo di venire incontro alle esigenze delle famiglie, che devono conciliare l’accudimento dei figli con la vita lavorativa. È la prova della grande flessibilità delle nostre imprese, a cominciare dalle Pmi, che possono cogliere questo momento per rivedere e ottimizzare i propri processi. Certo, non tutto può essere lavorato da remoto. La produzione resta in fabbrica e le fabbriche devono restare aperte perché il Paese rallenta ma non si ferma. Dobbiamo rappresentare un presidio forte per il territorio e fare sentire alle nostre comunità che le imprese continuano, seppure nelle nuove difficoltà, a essere una certezza.

Sul fronte sanitario lo abbiamo peraltro già dimostrato, mettendo a disposizione del Sistema l’esperienza del Programma Gestione Emergenze – PGE coordinato da Piccola Industria. Abbiamo infatti lavorato insieme alla Protezione Civile per mappare e successivamente contattare tutte le aziende del territorio nazionale specializzate nella realizzazione di dispositivi medici verificando disponibilità, tempi e capacità produttive. Questo patrimonio di informazioni e contatti, raccolto in poco tempo, ha consentito di distribuire le prime mascherine già alla fine di febbraio.

Oggi quel lavoro prosegue ed è massimo l’impegno del Board PGE per fornire soluzioni sia in fatto di approvvigionamenti che di informazioni. Insieme alle aree tecniche di Confindustria e sempre in stretto raccordo con la Protezione civile, si lavora alacremente per chiarire alle imprese, e in particolare alle Pmi, i comportamenti e le azioni da mettere in campo per scongiurare la paralisi produttiva. Il tutto sempre nello spirito di “rendere disponibile ciò che serve, quando serve, dove serve”, la filosofia che ha contraddistinto il progetto di Piccola Industria sin dagli inizi, all’epoca del sisma che colpì l’Italia centrale nel 2016.

Oggi, recuperando ancora una volta quella resilienza che ci ha reso capaci di superare la tragedia del terremoto e le sue conseguenze sul sistema produttivo, dobbiamo fare uno sforzo analogo.  

Tante volte abbiamo parlato della responsabilità delle imprese, descrivendone i vari aspetti: economico, sociale, ambientale. Nelle ore in cui si rincorrono le cifre del contagio, i numeri – speriamo sempre più consistenti – dei guariti, è il momento della responsabilità. Senza se e senza ma. La posta in gioco è il futuro di tutti noi.  

Carlo Robiglio 
Presidente Piccola Industria 

 

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