06 Mar 2020

Serve un grande piano straordinario di investimenti che punti a realizzare infrastrutture materiali, sociali e immateriali all’avanguardia. Servono investimenti pubblici, serve riattivare rapidamente tutti i cantieri e non solo quelli delle opere considerate prioritarie: la domanda pubblica deve compensare l’arretramento di quella privata.

Questo il messaggio consegnato al premier Conte dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, e dalla dg, Marcella Panucci, durante l’incontro tra il presidente del consiglio e le parti sociali.

L’estensione del contagio del Coronavirus dalla Cina all’Italia e agli altri paesi europei e le misure restrittive e di contenimento sanitario adottate negli ultimi tempi mettono a serio rischio le prospettive di crescita a medio termine dell’Italia e dell’Europa intera.

Oltre a interventi urgenti che rimuovano le situazioni di blocco operativo e produttivo delle imprese, che sono state generate e – per alcuni aspetti – persino alimentate e ampliate dai provvedimenti restrittivi adottati per fronteggiare l’emergenza sanitaria, bisogna immaginare un piano massivo e straordinario che si snodi su sei grandi assi, di cui i primi tre assumono carattere di urgenza e immediatezza.

Si tratta di:
1) Rilancio degli investimenti pubblici e delle infrastrutture, come primo motore della crescita economica;
2) Ambizioso piano di rilancio a livello europeo;
3) Misure volte a garantire liquidità alle imprese;
4) L’avvio di un nuovo e vasto programma di semplificazioni;
5) Incentivi all’occupazione giovanile;
6) Un piano di azioni volte ad attrarre, stimolare e rilanciare gli investimenti privati.

Questa azione di rilancio degli investimenti non può poi prescindere da alcune misure dedicate specificamente al Mezzogiorno, a maggior ragione dopo la recente presentazione del Piano Sud 2030.

L’auspicio è che il lavoro comune che Governo e parti sociali stanno avviando possa portare a una normalizzazione dell’emergenza sanitaria, potenziando i reparti di terapia intensiva e circoscrivendo al massimo gli effetti, evitando però allarmismi infondati e percezioni errate anche sul piano della comunicazione.

Confindustria ritiene che sia giunto il momento per l’economia italiana ed europea di un “whatever it takes” della politica economica, che abbia però un chiaro indirizzo nell’allocazione delle risorse e degli effetti da realizzare, come da noi auspicato negli assi illustrati, per contenere e compensare gli effetti dell’arretramento della domanda privata evidenti e conseguenti a quanto sta accadendo.

Per far questo, riteniamo indispensabile un’ampia convergenza nazionale sugli obiettivi e le proposte sopra descritte tra forze politiche, Governo, istituzioni territoriali e parti sociali.

Leggi il Documento integrale

Condividi: