10 Dic 2019

Al via una nuova stagione di rapporti, più stretti e strutturati, con gli investitori esteri della Toscana grazie alla collaborazione tra Confindustria Toscana e Regione Toscana.

Un anno fa la firma del Protocollo d’intesa – il primo a livello nazionale –  oggi l’avvio in Confindustria Toscana del “customer care” per conoscere in anticipo criticità e bisogni delle multinazionali e avere il polso della loro soddisfazione.

Il progetto è stato presentato nell’ambito del meeting Why Investing in Tuscany e Italy con le multinazionali insediate in regione,  organizzato a Firenze da Confindustria Toscana, Regione Toscana e Confindustria nazionale, con la partecipazione del Ministero dello Sviluppo Economico.

«Stiamo sviluppando un progetto di customer care, in partnership con le associazioni industriali territoriali, per essere più vicini agli investitori esteri che già si trovano in Toscana: non ci possiamo scordare delle aziende dopo che si sono insediate», ha annunciato Fabrizio Monsani, coordinatore della commissione Multinazionali di Confindustria Toscana.

Il progetto sarà supportato anche da un’indagine conoscitiva sul ruolo e le potenzialità dei grandi gruppi internazionali a cui stanno già lavorando IRPET, Centro studi di Confindustria Toscana e Centro studi di Confindustria nazionale

All’evento sono intervenute diverse multinazionali che hanno portato un’esperienza diretta da Gucci (moda) a Eli Lilly (farmaceutica), da Nuovo Pignone (meccanica) ad Acqua Panna (minerale) fino a Solvay (chimica) per focalizzare punti di forza e di debolezza del territorio ed evidenziare cosa serve per attrarre nuovi investimenti, ma soprattutto per mantenere gli investimenti già esistenti.

«Non dimentichiamoci che il 70% dei nuovi investimenti nel nostro Paese arriva da multinazionali già presenti qui – ha detto Licia Mattioli, Vice Presidente di Confindustria e Presidente dell’Advisory Board nazionale  – e che il rapporto tra addetti delle multinazionali e addetti attivati nell’indotto è di uno a quattro. Le Pmi che hanno rapporti con le multinazionali crescono e diventano più efficienti. Da qui a dire che gli investitori esteri sono dei predatori, ce ne corre”. Eppure da più parti si è segnalata la cultura anti-industriale che ancora si respira in Italia.

«Il sistema toscano di assistenza agli investitori esteri funziona – ha sottolineato Paolo Tedeschi, consigliere economico del presidente Rossi e rappresentante delle Regioni nel Comitato nazionale attrazione investimenti – ma per migliorare i risultati serve un coordinamento più stretto tra governo regionale e governo nazionale, da una parte, e tra governo regionale e governo locale dall’altra, perché non sempre i sindaci rispondono con rapidità e efficienza».

Le richieste che arrivano dalle multinazionali – tutte pronte a lodare la qualità della forza lavoro italiana – si concentrano sull’incertezza delle regole e dei tempi di approvazione, e sulla carenza di infrastrutture.

«Assicuro che questo governo non ha alcun pregiudizio verso l’impresa – ha sottolineato il sottosegretario Manzella – e le misure nella manovra finanziaria, dalla conferma e rafforzamento dell’Industria 4.0 al rafforzamento degli Its, lo dimostrano»

 

 

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