25 Lug 2019

Dall’inizio del 2015 gli investimenti in Italia avevano ripreso ad aumentare e il recupero, fino ai primi mesi del 2018, è stato guidato dai macchinari e dai mezzi di trasporto,  spinti dagli incentivi.  Dalla scorsa estate la crescita degli investimenti, però, si è sostanzialmente fermata, sia per l’esaurirsi della spinta degli incentivi, sia per il netto peggioramento delle attese di domanda.
Ciò ha riflesso il peggioramento dello scenario domestico e le crescenti tensioni commerciali internazionali.
A queste difficili condizioni si è aggiunto un vincolo stringente sui volumi di credito disponibili. Le imprese italiane stanno chiedendo più credito alle banche, per finanziare i progetti produttivi. Tuttavia, dal lato dell’offerta, si è avuto un irrigidimento, da metà 2018, a riflesso del rialzo dei rendimenti sovrani, che ha accresciuto il costo della raccolta bancaria e svalutato i portafogli di titoli. Gli istituti stanno scaricando tali oneri in minori volumi, maggiore richiesta di garanzie, costi addizionali, non sui tassi di interesse. Perciò, le imprese italiane sono tornate a subire un calo dei prestiti a inizio 2019 e hanno meno risorse per investire.

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