25 Lug 2019

Si è ridotto il differenziale (spread) dei titoli sovrani italiani con quelli  tedeschi, tornando ai livelli di fine 2017. Sono calati i rendimenti sui titoli sovrani anche degli altri paesi dell’Area euro, ma la riduzione di quelli italiani è stata maggiore. Il calo è dovuto principalmente a tre fattori:
(i) L’annuncio delle prossime mosse della Banca Centrale Europea e le dichiarazioni di Mario Draghi, con la comunicazione della volontà di mantenere i tassi invariati per almeno un anno, dei dettagli sulle operazioni atte a garantire liquidità al sistema, e della possibilità di ulteriori stimoli.
(ii) La decisione della Commissione europea di non raccomandare l’avvio di una Procedura per disavanzo pubblico eccessivo nei confronti dell’Italia.
(iii) Il flusso di dati macroeconomici più positivi delle attese.
Una parte considerevole del rischio più alto percepito dai mercati, a fronte del quale si richiede un rendimento più elevato, riguarda il rischio di un’uscita dell’Italia dall’Eurozona: anche solo la presenza di tale percezione è un costo per il nostro paese.
Con i tassi ai livelli attuali si potrebbero risparmiare circa 3 miliardi di spesa  per interessi in un anno e mezzo: occorre trarre vantaggio da questa situazione ed evitare mosse che possano riportarli su valori più elevati.

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